Mi ero ripromessa che non avrei più scritto nulla fino a domani, ma non ho resistito.
Questo blog promette di diventare lo spazio che non ho mai veramente avuto per tirare fuori tutto quello che ho detto, perché
verba volant, scripta manent.
Assolutamente banale, ma vero.
A scuola, c'è chi si apposta davanti alle macchinette fin dalla prima ora per ammucchiare quanto più cibo possibile.
Magari hanno saltato la colazione, magari no. Più spesso, cercano un modo per distrarsi durante le noiose ore di spiegazione.
E dalle otto all'una, le mie orecchie si riempiono di sgranocchiamenti, di confezioni che vengono aperte e poi accartocciate; orrendi e grotteschi di
m a s t i c a z i o n e mi riempiono la testa.
Prima, tutte queste cose non le percepivo. Ora, mi danno il voltastomaco.
Si esce a fare un giro il pomeriggio. Perché non prendere da mangiare? Perché non
assaporare quella convivialità che solo il cibo ti sa dare?
E allora ci si siede ad un tavolo. E allora compaiono i mega-gelatoni, le crèpes rigorosamente
strabordanti di nutella, i paninazzi di chi è in chimica, le patatine da aperitivo, le pizzette.
E la gente che mangia, la gente che deglutisce, la gente che annusa, la gente che assaggia,
la gente che è soddisfatta perché ha mangiato.
Io so che tutto questo non è sbagliato, so che ad essere sbagliato è solo il mio modo di pensare.
Ma perché, santocielo, quando cammino, oltre a specchiarmi in tutte le vetrine che incrocio e a maledirmi per il mio grasso orrendo, dovunque mi giri vedo persone che si godono il cibo in modo spensierato?
Perché lascio che il cibo mi rovini la giornata
anche in questo modo?